Il grave momento politico ed economico che attraversa il nostro Paese, che presenta un’incredibile linea di continuità ormai da tempo, pone inevitabili interrogativi: c’è chi vuole una perenne Italia destabilizzata e povera? C’è chi alimenta e favorisce lo scontro frontale fra le forze (?) politiche in campo? Cosa vogliono i cosiddetti poteri forti? Non amiamo le teorie del complottismo: guardiamo le cose per quelle che sono, senza mistificare la realtà e la preoccupazione che possa accadere qualcosa di veramente malevolo (al peggio non c’è fine) per la nostra Terra e per i suoi abitanti è più che una sensazione a fior di pelle. E come la storia dell’ultimo mezzo secolo ci ha insegnato, gli avvenimenti più drammatici finiscono con il verificarsi in estate. E già l’Estate è prossima…E guarda caso torna alla ribalta il Gruppo Bilderberg che da tempo era rimasto in ombra anche se, dalla sua costituzione, non ha mai “saltato” una sola riunione annuale.
Il Gruppo Bilderberg è considerato fra i più influenti (nonché “segreti”) sodalizi del mondo perché al suo interno accoglie i personaggi più autorevoli dell’economia mondiale, leaders politici, capi di Stato e, marginalmente ma sempre autorevoli, docenti e giornalisti (e chi più ne ha più ne metta) nella ristretta cerchia del potere conosciuto ma “riservato” (guai a dire “occulto”!).
Quest’anno la riunione (guai a dire “summit”!) prende il via oggi e si protrarrà sino a domenica prossima in Austria, a Telfs-Buchen, nei pressi di Innsbruck. A quel che si è potuto apprendere sono state invitate 140 persone provenienti da ventidue Paesi. Il tema dell’incontro (dichiarato) è “promuovere il dialogo tra Europa e America del Nord“. Tra i politici che parteciperanno sono stati segnalati il primo ministro del Belgio, Charles Michel, il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell’Austria, Heinz Fischer, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Interessante (si fa per dire) la presenza “italiana”: oltre a Mario Monti e Franco Bernabé, che fanno parte del comitato direttivo dell’associazione e al presidente di Fca John Elkann (nuovo “ingresso” nel 2014) l’Italia sarà rappresentata anche dalla giornalista Lilli Gruber (già invitata nel 2013) e dall’imprenditore Gianfelice Rocca, anch’egli già incluso nel gruppo due anni fa. Fra i “potenti” presenti gli olandesi Rutte e Dijsselbloem, l’austriaco Fischer, il finlandese Stubb, Barroso, Kissinger, proprietari e manager di grandi aziende o banche multinazionali, come Michael O’Leary (Ryanair), Ana Botin (Santander) e l’ex regina Beatrice d’Olanda. Assente giustificato per questioni “anagrafiche” il decano David Rockefeller, che compie proprio a giugno cento anni.
L’Italia ha ospitato tre vertici (a Cernobbio nel 1965 e nel 1987 e Stresa nel 2004) mentre le delegazioni hanno incluso, tra gli altri, Mario Draghi, Ignazio Visco, Romano Prodi, Enrico Letta, Carlo De Benedetti e Gianni Agnelli. Una buona e qualificata compagnia.
Il numero dei partecipanti è fisso, intorno alle 130/140 personalità, con una preponderanza dell’Europa (due terzi circa) e il resto dagli Usa.
Da qualche anno a questa parte si è parlato (e potrebbe rispondere al vero) di una spaccatura all’interno del Club Bilderberg, in questo super Gruppo che molti sostengono controlli il mondo, così come alla fine dell’Ottocento poteva essere il così detto “Gruppo di Dresda” che, tra le varie iniziative, ha elaborato e promosso prodotti quali il comunismo, il fascismo, il nazismo, la prima e la seconda guerra mondiale e poi il nuovo ordine mondiale (forse quello al quale faceva riferimento l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?) da Yalta in giù e che oggi si da molto da fare in zone cruciali del pianeta, soprattutto ricche di energia ed interessate ad arsenali più o meno sofisticati. Sta di fatto che il numero di fondatori e capi storici si è assottigliato fino a quasi esaurirsi, e probabilmente i “nuovi” dirigenti non hanno lo stesso carisma di chi li ha preceduti. O, più semplicemente, altri “nuovi” centri di potere sono operanti oggi e il Bilderberg è passato in seconda linea ed ha perso “credibilità”, ma non certo il potere che tutti gli addetti ai lavori gli riconoscono.